27 Set Ematologia di precisione e Linfomi, gli sviluppi della ricerca scientifica
Trattamenti sempre più personalizzati per curare le malattie del sangue, costruiti sulle caratteristiche clinico-biologiche della persona. È la cosiddetta Ematologia di Precisione e l’AIL, associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma, fa il punto sugli sviluppi della ricerca scientifica.
Linfoma diffuso a grandi cellule B
La forma più frequente di linfoma non Hodgkin (LNH) è il linfoma diffuso a grandi cellule B, che rappresenta da solo circa il 40% di tutti i linfomi aggressivi. L’AIL ha intervistato il prof. Paolo Corradini, direttore SC Ematologia, Istituto Nazionale dei Tumori dell’Università di Milano per parlare di trattamenti presenti e futuri. Il medico ha evidenziato in particolare che il settore è in grandissima evoluzione, con potenzialità di enorme interesse per i pazienti. Le novità più interessanti, spiega Corradini, sono legate all’utilizzo di nuovi anticorpi, con particolare riferimento agli anticorpi bispecifici, e al potenziamento ulteriore delle terapie CAR-T, quelle per cui Lollo ha lottato fino all’ultimo istante della sua vita. «Le CAR-T – sottolinea il professor Corradini – sono oggi in grado di guarire alcuni dei linfomi più aggressivi».
I linfomi non Hodgkin (LNH) sono neoplasie che originano dai linfociti (B e T), cellule del sistema immunitario presenti nel sangue, nel tessuto linfatico di linfonodi, milza, timo e midollo osseo. Rappresentano globalmente il 4-5% delle nuove diagnosi di neoplasia nella popolazione occidentale e in Italia sono la quinta forma di cancro più comune negli uomini e la sesta nelle donne. L’età mediana di insorgenza è compresa tra i 50 e 60 anni, ma può tuttavia presentarsi a ogni età. In Italia si calcolano 15-18 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno. L’avvento delle cellule CAR T, puntualizza sempre l’AIL, ha rivoluzionato le possibilità terapeutiche dei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule recidivati e refrattari a più linee di terapia. Grazie a modifiche del loro recettore, cha va così a colpire le cellule della malattia, i linfociti ingegnerizzati sono in grado di attaccare il linfoma, ottenendo remissioni prolungate in una proporzione significativa di pazienti. Più recentemente, il ruolo della terapia con CAR T sta emergendo anche in altre forme di linfoma B, come il mantellare.