10 Nov I linfomi non Hodgkin, cosa sono?
11 febbraio 2019. È il giorno in cui il nostro “Lollo” ci ha salutato donandoci il suo insegnamento più grande: “Mordete la vita”. Era affetto da un Linfoma non-Hodgkin a grandi cellule di tipo B resistente alla chemioterapia. Appena qualche giorno aveva lanciato un appello via web per raccogliere fondi al fine di potersi sottoporre a una terapia sperimentale negli Stati Uniti, denominata CAR-T, che prevede l’uso di cellule immunitarie del paziente, ingegnerizzate geneticamente per riconoscere ed eliminare le cellule tumorali resistenti ad altri trattamenti.
I linfomi non Hodgkin (LNH) sono neoplasie che originano dai linfociti (B e T), cellule del sistema immunitario presenti nel sangue, nel tessuto linfatico di linfonodi, milza, timo e midollo osseo. Le cause dai LNH non sono ancora del tutto chiare, ma esistono fattori che sembrano aumentare il rischio di malattia. Tra i fattori clinici vengono indicati uno stato di immunodepressione, malattie autoimmuni o infezioni virali croniche, come l’epatite C, o infezioni batteriche, come quella da Helicobacter pylori, che rappresenta la prima causa di linfoma primitivo dello stomaco.
INCIDENZA
I LNH rappresentano globalmente il 4-5% delle nuove diagnosi di neoplasia nella popolazione occidentale e in Italia sono la quinta forma di cancro più comune negli uomini e la sesta nelle donne. L’età mediana di insorgenza è compresa tra i 50 e 60 anni e l’incidenza tende a incrementare con l’aumentare dell’età. Il LNH può tuttavia presentarsi a ogni età. In Italia si calcolano 15-18 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno.
DIAGNOSI
I LNH hanno una variabilità clinica importante. A oggi sono identificate più di 40 forme diverse di LNH, ciascuna delle quali è caratterizzata da un peculiare quadro istologico, immunoistochimico e genetico-molecolare a cui segue un diverso andamento clinico e quindi uno specifico approccio terapeutico.
In caso di sospetta diagnosi di LNH è innanzitutto necessario sottoporsi rapidamente a una accurata visita medica. L’ingrossamento dei linfonodi del collo, ascelle o inguine in assenza di dolore è spesso il più frequente e unico segno di linfoma. Possono essere presenti sintomi sistemici come febbre, sudorazione notturna, perdita di peso e prurito persistente.
TERAPIA
L’avvento delle cellule CAR T ha rivoluzionato le possibilità terapeutiche dei pazienti con linfoma diffuso a grandi cellule recidivati e refrattari a più linee di terapia. Grazie a modifiche del loro recettore, che va così a colpire le cellule della malattia, i linfociti ingegnerizzati sono in grado di attaccare il linfoma, ottenendo remissioni prolungate in una proporzione significativa di pazienti. Più recentemente, il ruolo della terapia con CAR T sta emergendo anche in altre forme di linfoma B, come il mantellare.
Per saperne di più: https://www.ail.it/patologie-e-terapie/patologie-ematologiche/linfomi/576-linfoma-non-hodgkin