24 Feb Mordiamo la vita! Fondazione Lorenzo Farinelli e Politecnica insieme per battere i linfomi
Insieme per sconfiggere i tumori del sangue. In nome di Lollo. Cresce ancora e si consolida la proficua sinergia fra la Fondazione Lorenzo Farinelli e l’Università Politecnica delle Marche, che oggi pomeriggio hanno organizzato un interessante momento di approfondimento sulla terapia dei linfomi alla Facoltà di Medicina e Chirurgia di Ancona (Aula C). Diversi gli studenti che hanno preso parte al convegno, arricchito dall’intervento in collegamento video di Valerio Mastandrea, neo testimonial della Fondazione. «Ho conosciuto qualche giorno fa Amalia Dusmet e la sua famiglia – le parole dell’attore e regista romano -. La storia di Lorenzo e l’attività portata avanti dalla Fondazione mi hanno convinto ad accettare la proposta. Non avevo mai fatto prima il testimonial perché non amo troppo prestare la mia faccia per convincere qualcuno a fare qualcosa. Ma Amalia mi ha convinto e sono orgoglioso di dare il mio contributo, per quello che posso».
Ad aprire i lavori, Amalia Dusmet. «Sono la presidente della Fondazione ma, prima di tutto, sono la mamma di Lorenzo Farinelli – ha esordito -. Lorenzo amava la vita e non voleva morire. Ha lottato fino all’ultimo giorno per continuare a vivere. Il suo appello video ha permesso di raccogliere i fondi necessari per potersi curare in America. Ma mentre a Boston ci aspettavano per iniziare le cure, Lorenzo ci ha salutati. Poco dopo, abbiamo deciso di aprire una Fondazione a lui intitolata per proseguire quella che era stata la sua lotta al Linfoma non-Hodgkin a grandi cellule di tipo B. Abbiamo organizzato tante iniziative: sport, musica, teatro e molto altro. Ed altre ne faremo. Con i fondi raccolti abbiamo sostenuto la ricerca scientifica qui all’Ospedale di Ancona, finanziando un assegno di ricerca, e abbiamo acquistato un macchinario importante per l’ospedale di Bologna. Ora stiamo lavorando a un Dottorato di ricerca per infermieri specialisti sempre insieme alla facoltà di Medicina e Chirurgia della Politecnica. Non abbiamo intenzione di fermarci finché non avremo sconfitto i tumori del sangue».
Fra il pubblico, oltre agli studenti e a una rappresentanza dell’Accademia Volley Ancona, il cui sponsor etico è proprio la Fondazione Lorenzo Farinelli, il rettore dell’Università dorica, Gianluca Gregori e il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Ospedali Riuniti di Ancona, Claudio Martini che hanno sottolineato l’importanza dell’associazionismo e del terzo settore nel sostegno alla sanità pubblica e al diritto allo studio.
Ad entrare nel merito delle terapie relative ai linfomi, il dottor Guido Gini, dirigente medico della clinica di Ematologia, e il professor Attilio Olivieri, direttore della Clinica di Ematologia. «Il Linfoma Non-Hodgkin colpisce tutte le età, con particolare riferimento agli over 65 – ha spiegato il dottor Gini -. La mortalità, grazie alla ricerca scientifica, sta pian piano scendendo. Oggi possiamo dire che, nel 70% dei casi, la malattia riusciamo a sconfiggerla. Ma non ci basta e vogliamo guarire anche quel 30% di pazienti che ancora non ce la fanno. La medicina ha fatto e sta facendo passi da gigante, sia dal punto di vista dell’efficacia delle cure che della qualità, con una tossicità sempre più ridotta dei farmaci utilizzati. Ma c’è ancora tanta strada da fare e noi siamo determinati a percorrerla».
«La medicina, salvo rarissime eccezioni nella storia dell’umanità, è fatta di piccoli passi, di centimetri guadagnati uno alla volta nei confronti della malattia – ha evidenziato il professor Olivieri -. In quasi 50 anni, abbiamo migliorato i risultati della terapia, ma di qualche punto percentuale. Tutto ciò prima che si affacciassero all’orizzonte le cellule Car-T, che possono davvero cambiare la storia della cura. Fino ad ora, infatti, abbiamo trattato i pazienti con terapie maggiormente invasive. E i risultati sono ottimi, l’incremento dell’aspettativa di vita è rilevante. La scienza non si ferma. Stiamo facendo altri passi in avanti e possiamo contare su un’arma in più nei confronti dei tumori chemioresistenti. Un grosso risultato che va ulteriormente approfondito e studiato, con il fine anche di ridurne i costi. Per questo c’è bisogno di sostegno, di ricerca e di fondi. Per questo c’è bisogno della Fondazione Lorenzo Farinelli e di tutte le persone che sono al nostro fianco per cercare di battere definitivamente i tumori del sangue».