La Regione Marche punta sulle terapie Car-T. La Fondazione Farinelli: «Non fermiamoci ora»

La Regione Marche punta sulle terapie Car-T. La Fondazione Farinelli: «Non fermiamoci ora»

La Regione Marche investe sulle terapie Car-T per la cura dei linfomi. Questo è stato ribadito con forza in occasione del dibattito organizzato da Cencora-Pharmalex Italy, con il contributo incondizionato di Gilead, andato in scena mercoledì 6 marzo nella Sala Li Madou ad Ancona (sede della Regione Marche). “La rete Car-T: il patient journey in Regione Marche”, il titolo del convegno patrocinato dalla Fondazione Lorenzo Farinelli e dall’A.I.L. di Ascoli Piceno sez. “Alessandro Troiani”. Un’occasione di confronto e approfondimento medico-scientifico a cui ha preso parte anche Amalia Dusmet (presidente Fondazione Farinelli), partecipando a una tavola rotonda sul tema.

La recente disponibilità delle terapie Car-T nelle Marche ha consentito il recupero di una percentuale di pazienti con linfoma che fino ad ora aveva avuto una prognosi severa caratterizzata da una sopravvivenza media di soli 6 mesi. Uno strumento in più, talvolta alternativo, al trapianto allogenico per ampliare le possibilità di cura per questi pazienti. Per quel che riguarda l’aspetto gestionale, la scelta del modello organizzativo è ricaduta sul sistema Hub & Spoke, ovvero i Centri autorizzati per la somministrazione di questo tipo di trattamento definiti Qualified Therapy Centers (QTC) interagiscono con i Centri referral che selezionano e indirizzano il paziente verso il centro accreditato. In Regione sono attualmente due i QTC mentre tre sono i Centri referral. A luglio 2020, la Clinica Ematologica di Torrette è stato il primo centro regionale di riferimento per il trattamento con Car-T. Successivamente, da gennaio 2023, anche l’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno ha ottenuto l’autorizzazione alla somministrazione di tali trattamenti. I tre Centri referral sono: Ospedale San Salvatore-Muraglia di Pesaro, Ospedale di Civitanova Marche, Ospedale Santa Croce di Fano.

Nel suo intervento, Amalia Dusmet ha raccontato la vita di suo figlio Lorenzo Farinelli, il suo percorso nella malattia e l’impossibilità di accedere alle terapie Car-t perché ad Ancona non erano ancora disponibili, riportando alla memoria l’eccezionale raccolta fondi da lui lanciata per sostenere le cure negli Stati Uniti con donazioni da ogni parte del mondo. Ma non c’è stato tempo.

«La Fondazione – ha evidenziato Amalia Dusmet – è nata per ricordare Lorenzo, ma soprattutto per portare avanti la sua visione della medicina e, in particolare, del ruolo di medico fondato sulla centralità del paziente, sull’ascolto e sull’attenzione». Ha rivelato poi un bellissimo episodio: un’anziana signora, seguita proprio da Lorenzo Farinelli al Santo Stefano, lo contattò durante la sua malattia sollecitandolo a tornare presto al lavoro che i pazienti avevano bisogno di lui. «La Fondazione si è impegnata per rendere disponibili le Car-T a Torrette, finanziando alcuni progetti di ricerca e l’acquisto di macchinari attraverso le raccolte fondi – ha spiegato Amalia Dusmet -. Il nostro obiettivo è aiutare i malati per fare in modo che non accada più quanto vissuto da Lorenzo. Tra gli ultimi progetti realizzati, il contributo alla ristrutturazione del reparto di Rianimazione a Torrette con la predisposizione di 2 posti letto riservati ai pazienti che, dopo aver seguito la terapia Car-T e a seguito di complicanze, necessitano di un ricovero d’urgenza».

Amalia Dusmet ha inoltre affrontato due importanti tematiche, prendendo spunto da alcuni relatori che l’hanno preceduta: l’importanza per il malato di essere ricoverato in un ambiente ospedaliero adeguato e accogliente e la necessità di seguire il paziente non solo dal punto di vista clinico, ma anche sotto il profilo psicologico e nutrizionale. A tale proposito, la presidente della Fondazione Lorenzo Farinelli ha chiesto uno sforzo ulteriore in merito alla qualità del cibo somministrato all’ospedale di Torrette.

In chiusura, Amalia Dusmet ha ricordato le promesse a livello istituzionale di trovare spazi più ampi per accogliere un reparto così delicato come quello di Ematologia e ha auspicato che si arrivi a un ampliamento dei posti letto disponibili, e non a una loro riduzione, rimarcando l’esigenza di lavorare a tutti i livelli affinché non vengano tagliati i finanziamenti alla sanità in modo che ogni persona possa essere adeguatamente curata, senza lasciare indietro nessuno. «La notizia che oggi le terapie Car-T possano già essere somministrate in seconda linea a pazienti con un linfoma a grandi cellule B è veramente importante – le parole di Amalia Dusmet – perché questo consente di intervenire prima, quando la malattia non è così avanzata e con maggiori possibilità di guarigione. Ecco perché bisogna sostenere la ricerca, che deve andare avanti per fare in modo che quel 40% di successo nello sconfiggere la malattia possa presto trasformarsi nel 100%».